- Gerar link
- X
- Outros aplicativos
Notizie su una traduzione in spagnolo dei primi versi dell’ “Inferno” di Dante, di Massimo Seriacopi
Literatura Italiana Traduzida ISSN 2675-4363
Dante Alihgieri
Massimo Seriacopi
tradução
em
- Gerar link
- X
- Outros aplicativos
A
volte è possibile, durante lo studio di manoscritti di epoca medioevale che
riguardano il poema dantesco, imbattersi in curiosi “ospiti” che testimoniano
quanta diffusione e quanta presa sulle persone di cultura ha avuto la Divina Commedia.
A
questo proposito vorrei fornire informazioni su un ritrovamento che ho fatto
mentre stavo analizzando un volgarizzamento del Comentum di Pietro Alighieri (nella sua prima redazione) alla
maggiore opera paterna.
All’interno
del codice Ashburnamiano Appendice Dantesca 2, conservato nella Biblioteca
Medico Laurenziana di Firenze, ho rinvenuto un singolare inserto cartaceo,
consistente di un’unica carta ascrivibile, in base alla scripta corsiva dai moduli ampi, al XVI secolo, modernamente
numerata a lapis in fondo a destra come carta 64bis.
In
fondo, in posizione centrale nel rigo, la stessa mano a lapis ha segnato: merlo?, e sotto ancora: x hister/merlo per Merlino.
Mentre
il verso della carta è bianco, il recto contiene, appunto in caratteri
ascrivibili al Cinquecento, una versione in spagnolo dei primi 19 versi del
canto I dell’Inferno dantesco.
L’inserto
contenuto all’interno del codice in questione è rimasto, probabilmente,
nascosto anche a causa delle sue ridotte dimensioni, poiché misura mm.226x165,
risultando quindi molto più piccolo rispetto al manoscritto che lo “ospita”, e
la cui descrizione è la seguente.
Firenze,
Biblioteca Mediceo Laurenziana, codice Ashburnamiano Appendice Dantesca 2 (già
Ashburnamiano 182), manoscritto omogeneo membranaceo ormai vicino alla fine del
XIV secolo (lo dimostrano anche elementi come le d e le b con occhielli
molto larghi, nel commento), caratterizzato dall’inserimento di apostrofi,
virgole, punti esclamativi, due punti, punti interrogativi sia nel testo che
nel commento, a volte anche accenti, con inchiostro più scuro rispetto a quello
usato dal copista.
È
presente la mano di un più tardo revisore (XV secolo?), che corregge o aggiunge
parole mancanti, e che forse è lo stesso che aggiunge la punteggiatura; a c. 64bis viene inserita la piccola carta
cartacea contenente la traduzione in spagnolo di Inferno I 1-19 in esame, di epoca cinquecentesca, a giudicare dalla
scrittura.
L’area
di localizzazione è quella toscana, come attestano vari fenomeni del tipo dei
dittonghi presenti a c. 2r (ritruova, ecc.); il manufatto è
costituito da cc. III+133+III’ (cartacee le carte di guardia), mm. 320x245.
I
fascicoli in cui è organizzato il codice sono 14, con una carta finale, e le
colonne di scrittura sono due: testo con iniziali sporgenti su quella interna,
commento su quella esterna.
La
mano è la stessa in littera textualis
semplificata per il testo e le rubriche, in lettera bastarda cancelleresca per
il commento.
Le
iniziali di canto sono filigranate, quelle di terzina toccate di giallo; nel
solo commento segni di paragrafo a piè di mosca rossi; le rubriche sono in
volgare.
Il
codice contiene alla c. 1v il Proemio di Iacomo della Lana, alla 2r quello di Pietro Alighieri e da c. 2v comincia il Comentum volgarizzato di Pietro Alighieri alla Commedìa che prosegue fino all’inizio di Paradiso XXXII (il testo del poema si interrompe al v. 138
compreso).
Sono
presenti l’Inferno alle cc. 2v-47r;
il Purgatorio alle cc. 47r-93r;
il Paradiso alle cc. 93r-132v;
alla c. 133r è inserito un breve
componimento poetico che si conclude con le parole “valente e presto. Deo
gratias” su foglio eraso dal fondo del quale emerge un precedente testo su due
colonne.
Come
carta 64bis è inserita la traduzione
della quale qui si tratta, tra canto XIII e canto XIV del Purgatorio.[1]
Non
è facile capire il senso e la storia dell’inserto con traduzione in spagnolo
dei versi danteschi, di questo incipit
infernale; ne segnalo l’esistenza e trascrivo il testo notando l’inserzione di
accenti e segni di punteggiatura, e il fatto che quasi sempre la congiunzione e viene resa con la nota tironiana (che
rendo con et).
Testo
dei primi 19 versi dell’Inferno secondo Dante Alighieri,
La Commedia. Testo critico secondo i più antichi
manoscritti fiorentini, a cura di Antonio Lanza. Anzio: De
Rubeis, 1996.
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura:
ché la diritta via era smarrita.
E quanto a dir qual era è cosa dura
questa selva selvaggia e aspra e
forte
che nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;
ma, per trattar del ben ch’io vi
trovai,
dirò dell’altre cose ch’io v’ho
scòrte.
Io non so ben ridir com’io v’intrai:
tant’era pien del sonno, a quel punto
che la verace via abbandonai.
Ma poi ch’i’ fui al piè d’un colle
giunto,
là dove terminava quella valle
che m’avea di paura il cor compunto,
guardai in alto: e vidi le sue spalle
vestite già de’ raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogni
calle.
Allor fu la paura un poco queta
Testo tradotto in spagnolo
nell’inserto cartaceo:
Infierno
En medio del camìn de nuestra vida
me hallé por una selva muy obscura
cuya senda dereccha era
Y el decír, pues, qual era es cosa
dura
esta selva selvaga, dura, et fuerte
que amendrenta pensar en su figura.
Mas por tratar del bien mas verdadero
qui en ella hallé, diré
Io no sé decír bien por que sendéro
entré, tan torpe estaba, en tan
dormído
que abandoné el camíno verdadero.
Mas despues que me vi bien recogìdo
al pié de un monte que cernaba el
valle
que el corazon, de horror, me havia
partído
me puse en alto, et vi su fiero talle
vestìdo yà del raio del Planeta
que introduce de frente por su
calles.
La confusíon quidó bastante quiete
[1]
Bibliografia relativa al codice: RODDEWIG, Marcella, pp. 77-78 n. 182; ROCCA,
Luigi, 348; PETROCCHI, Giorgio, 516. Mostra
di codici ed edizioni dantesche. Firenze: Sandron, 1965, p. 87 n. 119;
ROTIROTI, Marisa Boschi, Codicologia
trecentesca della “Commedia”. Entro e oltre l’antica vulgata. Roma:Viella,
2004, p. 121, n. 98; BERTELLI, Sandro. La
“Commedia” all’antica. Firenze: Mandragora, 2007, p. 85.
[2] Il corrispettivo di smarrita non viene riportato.
[3] Quest’ultima parola
supplita nell’interlinea superiore su me
encontré cassato.
como citar:
SERIACOPI, Massimo. “Notizie su una traduzione in spagnolo dei primi
versi dell’ “Inferno” di Dante”. In Literatura Italiana Traduzida,
v.1., n.7, jul. 2020. Disponível em https://repositorio.ufsc.br/handle/123456789/209869
- Gerar link
- X
- Outros aplicativos